Friday 19 December 2025 - 08:46
Satana non inganna tutti allo stesso modo: a ciascuno la propria via

L’Ayatollah Javadi Amoli richiama l’insegnamento degli Immacolati Imam sul fondamentale ruolo dell’intenzione, evidenziando come la sua purezza costituisca una delle prove spirituali più sottili e impegnative.

Agenzia Hawzah News – Intervenendo sul tema “Il valore e la difficoltà dell’intenzione”, l’Ayatollah Javadi Amoli ha ricordato che, secondo gli Immacolati Imam (pace su di loro), l’intenzione del credente è persino superiore alla sua azione e che le opere migliori sono quelle più difficili da compiere. Ha quindi sottolineato che l’intenzione costituisce l’anima dell’azione e rappresenta una prova ardua, poiché molti compiono l’atto esteriore, ma non tutti sono capaci di custodirne la rettitudine.

Ha inoltre spiegato che non è possibile compiere un’azione riprovevole con l’intento di avvicinarsi a Dio; pertanto, l’opera deve possedere anzitutto una qualità morale oggettiva, vale a dire la rettitudine dell’atto stesso (al-ḥusn al-fiʿlī), e, in secondo luogo, essere accompagnata da una qualità morale soggettiva, ossia dalla rettitudine dell’agente e dell’intenzione (al-ḥusn al-fāʿilī).

Quando un’azione è pura e priva di ogni contaminazione, la sua intenzione risulta persino superiore all’atto stesso; tuttavia, conseguire una tale purezza è estremamente difficile ed è proprio per questo che l’intenzione è annoverata tra le migliori opere.

Chi scrive un libro, ad esempio, desidera che il proprio nome compaia sulla copertina; chi costruisce una moschea o un’istituzione caritatevole spesso aspira a vederlo riportato sull’insegna o ricordato nelle assemblee. Altri, invece, preferiscono che il loro nome non venga menzionato, affinché si dica che hanno raggiunto un livello tale da non cercare alcun riconoscimento: anche questo, però, può trasformarsi in una forma di ricerca di prestigio.

Talvolta l’uomo cade nell’ostentazione senza rendersene conto: si tratta di una forma sottile e difficilmente percepibile. È in questo modo che Satana trae in inganno ciascuno attraverso la via che gli è più congeniale. Vi sono poi coloro che, per timore di essere accusati di ostentazione, rinunciano a compiere il bene; in realtà, però, non è la prudenza spirituale a guidarli, bensì il giudizio della gente, che diventa il vero motivo dell’abbandono dell’opera buona.

(Tratto da “Le fasi dell’etica nel Corano”, p. 245)

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